La strategia di sostenibilità

Sempre di più le aziende stanno avviando progetti di Corporate Social Responsibility (CSR) anche nel caso in cui questi presentino dei bassi gradi di integrazione con il business aziendale.

 

Verso la sostenibilità

 L’attenzione verso la CSR è stata accresciuta, a partire dal 2015, delle modifiche – apportate al Codice di autodisciplina dellesocietà quotate alla Borsa Italiana – che hanno iniziato ad attribuire in modo formale un maggior peso ai temi di sostenibilità

Queste modifiche hanno impattato solo sulle società che, in quanto quotate, possedevano già una struttura potenzialmente pronta a recepire un primo passo verso il cambiamento tale da favorire l’integrazione strutturata della sostenibilità del business.

Affinché una società implementi efficacemente la CSR è necessario che:

  • le azioni di CSR siano integrate con la strategia aziendale
  • l’integrazione riguardi una prospettiva di medio/lungo termine
  • viga una forte motivazione imprenditoriale

Nonostante l’approccio crescente verso la sostenibilità sono ancora poche le aziende italiane di taglia piccola e media impegnate e capaci di affrontare la sostenibilità in modo integrato.

Tendenzialmente le aziende affrontano, nel quadro più generale della sostenibilità, i temi connessi a obblighi normativi o legati all’interesse manifestato sullo specifico argomento dai singoli clienti (siano essi consumatori o aziende)

Manca un approccio organico e di una visione strategica di lungo termine e ampio respiro.

Ad oggi lo scenario normativo sta cambiando, sta subendo delle importanti trasformazioni. Emerge come le aziende devono ragionare (in anticipo) su questi fattori per costruire un posizionamento di mercato distintivo connotando il loro brand come “sostenibile”

Le imprese più illuminate, che partiranno prima delle altre, avranno l’opportunità di aggiudicarsi un posizionamento vincente

Dal 2018 è entrato in vigore il D. Lgs 254/2016 che ha introdotto l’obbligo per alcune aziende definite “di interesse pubblico” di rendicontare dati non finanziari insieme a quelli economico finanziari presenti bilancio di esercizio

Questo ha indotto molte società ad iniziare un percorso di rendicontazione, ma non sempre la pubblicazione dei dati è accompagnata da una strategia a monte.

Lo scenario normativo sta spingendo le aziende a implementare progetti che tocchino i temi della sostenibilità nelle diverse sue accezioni, (governance, sociale o ambientale).

Come ben sappiamo nel momento in cui un’impresa inizia la propria attività o avvia un nuovo progetto – oltre all’idea, alla mission, alla vision, necessarie – costruisce un piano strategico (e un relativo business plan), che serve per capirne la fattibilità e definire le linee guida operative che guideranno l’implementazione del business negli anni.

 

Piano strategico di sostenibilità integrato al business

La medesima prospettiva di pianificazione deve essere adottata anche nel momento in cui si parla di sostenibilità.

L’azienda deve chiarire idee e i progetti in essere, definirne le priorità, darsi degli obiettivi (misurabili) e sviluppare un action plan per raggiungerli.

Esistono diverse fasi, ovvero:

  • Fase 1 di analisi [analisi interna & analisi esterna]
  • Fase 2 di mappatura
  • Realizzazione dell’output

Per quanto riguarda la prima fase di analisi:

  • l’analisi esterna riguarda l’approfondimento dello scenario di mercato, dei mega trend, la realizzazione del benchmark delle strategie di sostenibilità sviluppate dai concorrenti/best practice e l’approfondimento delle aspettative degli stakeholder esterni
  • l’analisi interna concerne lo studio dei temi particolarmente rilevanti tra tutti quelli toccano la sostenibilità, a seconda del settore, del momento di vita della azienda e della sua strategia, la comprensione dei rischi socio-ambientali (integrandoli con il Risk Management), la definizione del piano strategico aziendale/piano industriale e l’analisi degli stakeholder interni

La seconda fase di mappatura riguarda:

  • Identificazione delle aspettative (sulla base delle precedenti attività)
  • Mappatura delle strategie/politiche esistenti e delle progettualità già in essere relativamente ai temi identificati
  • Interviste al management (anche per engagement)
  • Raccolta dati

Infine, la terza fase, ovvero l’output si struttura nella definizione di:

  • piano strategico di sostenibilità comprensivo di macro-obiettivi, obiettivi di dettaglio, KPI di monitoraggio, esempi di progetti che possono essere sviluppati per raggiungere gli obiettivi
  • governance della sostenibilità, che approvi il piano di sostenibilità e supervisioni e  monitori il raggiungimento degli obiettivi posti strutturandone di nuovi, adattando quanto definito alle eventuali evoluzioni del business
Francesca Rizzi
– COO SDBA

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