Le spese di rappresentanza

Le spese di rappresentanza

Le spese di rappresentanza sono quelle spese che un imprenditore, lavoratore autonomo o un professionista sostiene per migliorare l’immagine o la reputazione della propria attività, per assicurare in modo indiretto una conversione in termini di immagine sul mercato. Le spese potrebbero riferirsi a costi a favore dei clienti o dei collaboratori e si riferiscono principalmente ad acquisti per migliorare le relazioni pubbliche.

La materia viene disciplinata nell’art. 108 del Tuir ed individua specifici criteri di qualificazione e limiti quantitativi di deducibilità fiscale delle stesse spese.

Le spese di rappresentanza devono rispettare tre precisi criteri:

  • la gratuità del bene in capo al percettore;
  • il fine promozionale dell’azienda;
  • la creazione di un beneficio economico reale o potenziale per l’azienda.

Di seguito alcuni esempi:

  • spese per eventi e feste, con lo scopo di celebrare ricorrenze o festività particolari;
  • spese per eventi di intrattenimento o di celebrazioni di nuovi uffici o sedi lavorative;
  • spese per viaggi di lavoro con scopo di piacere, programmati per incentivare la coesione nel team o per invitare clienti presso la sede;
  • spese per convegni dedicati alla divulgazione di un nuovo prodotto, di un nuovo servizio offerto dall’impresa o per eventi simili;
  • spese per gadget, beni o servizi offerti gratuitamente con lo scopo di promuovere il brand.

L’art. 108 del TUIR stabilisce la deducibilità delle spese di rappresentanza se possiedono i seguenti requisiti:

  • requisito dell’inerenza: una spesa è inerente quando ha finalità promozionali ed aiuta a generare tornaconti economici oppure è coerente con le consuetudini commerciali del settore.
  • requisito di congruità: una spesa è congrua quando non eccede un determinato valore che, come visto poc’anzi, è rapportato ai ricavi dell’esercizio.

Le aziende e i lavoratori autonomi hanno la facoltà di dedurre in una certa quantità le spese di rappresentanza coerenti con la propria attività. 

Di fatti, è importante rispettare il criterio di congruenza, ovvero le spese per far sì che vengano dedotte ai fini di IRPEF e IRES devono essere sostenute solo ed esclusivamente per l’attività di impresa. 

Inoltre, le spese di rappresentanza possono essere dedotte nel periodo di imposta in cui vengono sostenute, nel rispetto dei limiti di deducibilità. Questi limiti corrispondono a:

  • 1,5% dei ricavi e proventi fino ai 10 milioni di euro;
  • 0,6% dei ricavi e proventi tra i 10 milioni e i 50 milioni di euro;
  • 0,4% dei ricavi e proventi che eccedono i 50 milioni di euro.

Se i suddetti limiti vengono oltrepassati, l’azienda sarà soggetta a tassazione sulla base della dichiarazione dei redditi. In tal caso, le spese di rappresentanza saranno tassate e andranno inserite anch’esse nella dichiarazione dei redditi.

Mentre, in merito alla detraibilità dell’IVA legata alle spese di rappresentanza bisogna attenersi a quanto disciplinato dall’art. 30 del D. Lgs. n. 175/2014, la soglia fino alla quale è possibile detrarre l’IVA al 100% equivale a 50 euro.

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