Il ruolo della globalizzazione nell’economia moderna e i driver della globalizzazione

globalizzazione nell'economia moderna

La globalizzazione è un fenomeno multidimensionale che si snoda a livello mondiale andando ad abbracciare più dimensioni. 

La globalizzazione ha condotto al passaggio dal modello economico quantitativo a quello qualitativo.

Sono molteplici gli aspetti della globalizzazione, così come le sue implicazioni nel contesto attuale. 

La crescente apertura delle economie nazionali ha, infatti, portato all’enorme aumento dei flussi di scambio di beni e servizi, degli investimenti diretti all’estero, alla diffusione delle nuove tecnologie, a migrazioni e alla nascita di città globali, alla nuova configurazione dei mercati finanziari e alla diffusione a livello mondiale di una cultura dei consumi.

La globalizzazione ha creato una totale interconnessione tra gli Stati, tra le loro economie, società e culture. 

Tale dinamica rende il contesto nazionale sempre più dipendente dall’estero. 

Gli effetti sono notevoli, soprattutto dal punto di vista economico.

Emerge come la globalizzazione abbia direttamente portato alla crescita:

  • della quota degli scambi incrociati (commercio intra-settoriale), 
  • l’ammontare degli scambi di beni intermedi (commercio intra-aziendale).

Questi trend sono connessi anche alla crescente segmentazione internazionale dei processi produttivi.

Anche le esportazioni sono un importante motore della crescita economica.

L’economia e la globalizzazione – intesa come flusso dinamico – riceve, infatti, continuamente impulsi importanti dagli scambi, con particolare riferimento agli investimenti diretti all’estero i cui flussi medi annui sono in continua intensificazione e riguardano la maggior parte i paesi industrializzati.

Se da una parte la globalizzazione, legata alle merci, ha immediatamente assunto un connotato globale, non vale lo stesso per la globalizzazione dei servizi che – per loro natura – sono difficili da esportare.  

Questo ha fatto sì che l’internazionalizzazione delle merci si sia tradotta in notevoli flussi di investimenti diretti all’estero. 

Tale dinamica emerge soprattutto nei grandi paesi membri dell’OCSE dove la quota spettante alle banche, alle assicurazioni e ai servizi finanziari supera il 44% in Italia, il 26% negli Stati Uniti e in Francia, il 20% in Giappone e in Germania. 

L’avvento delle nuove tecnologie ha velocizzato la globalizzazione. 

Queste rappresentano uno degli attori chiave della globalizzazione della conoscenza: hanno ridotto distanze e i costi, agendo come condizioni che intensificato l’interconnessione. 

Le telecomunicazioni, la tecnologia, la digitalizzazione e le tecniche connesse si pongono al centro del mercato mondiale trasmettendo enormi quantità di informazioni.

Esiste una fortissima interazione: le attività economiche e sociali sono connesse sempre più dai sistemi multimediali e dalle autostrade informatiche. 

Internet è il prototipo. La tecnologia e la rivoluzione digitale hanno un ruolo imprescindibile all’interno del processo di globalizzazione e nella definizione del nuovo paradigma.

Le grandi imprese industriali, commerciali e gli istituti bancari e finanziari sono tra gli attori principali della globalizzazione. Questi sono soggetti dispongono di reti mondiali private di telecomunicazioni: la telematica ha permesso la delocalizzazione, la segmentazione dei processi produttivi, la riduzione delle scorte e dei fondi di cassa, aumentando la capacità delle imprese di reagire alle mutevoli condizioni del mercato.  

La dinamica favorisce – a sua volta – l’adozione di una struttura di gruppo da parte delle imprese multinazionali. 

La globalizzazione, unita alla tecnologia, ha rafforzato il nesso fra tecnologie finalizzate alla competitività, ricerca di base e ricerca applicata. Questo ha potenziato la capacità d’innovazione delle imprese e la loro propensione ad assimilare le conoscenze prodotte all’esterno, mettendole in grado di sfruttare meglio le possibilità offerte dal progresso tecnico e rendendole più competitive.

Anche la globalizzazione del lavoro procede rapidamente: aumentano le migrazioni internazionali, soprattutto quelle dai paesi in via di sviluppo, mentre le migrazioni tra i paesi industrializzati si riducono.  

Acquisiscono rilevanza i flussi, provenienti dalle regioni centrali e orientali del continente, e in Asia, in direzione del Giappone e di Taiwan.

La globalizzazione ha incoraggiato la mondializzazione del lavoro incidendo sul volume degli investimenti diretti all’estero e dalle delocalizzazioni [la delocalizzazione produttiva delle imprese multinazionali ha favorito l’uniformazione dei sistemi tecnici e organizzativi]. 

I modelli di business sono variati, la vecchia organizzazione del lavoro si è trasformata e si va a delineare una conformazione delle metodologie operative tecnologiche.

La globalizzazione ha portato anche ad una nuova prospettiva geopolitica ed urbana che si fonda – a sua volta – su una nuova centralità, basata non più sulle nazioni o sulle regioni, ma su città integrate nell’economia-mondo. 

Questa si connota come presidio di comando e controllo che soddisfa la richiesta di centralizzazione, diventando un punto di riferimento rispetto alle imprese transnazionali e alle strutture reticolari.

La globalizzazione è rilevante anche dal punto di vista finanziario: crea centri che offrono alle imprese capitali da investire e valute a tassi più favorevoli. 

La globalizzazione finanziaria è la punta avanzata della globalizzazione: l’espansione dei flussi finanziari internazionali ha assunto dimensioni che non hanno riscontro nella mondializzazione delle attività produttive.

La globalizzazione finanziaria è stata intensificata dalle innovazioni: i paesi economicamente più importanti le supportano per mantenere competitivo il proprio sistema finanziario, di fronte al crescente intervento delle banche e degli istituti finanziari esteri sui mercati nazionali.

La globalizzazione è facilitata dalla disintermediazione imputabile alla finanza diretta da impresa a impresa e dalla titolarizzazione. 

Lo sviluppo di un nuovo spazio finanziario ha creato un mondo virtuale in cui i fenomeni monetari e finanziari vanno visti prima a livello globale e solo in seguito a livello locale.

La globalizzazione riguarda molteplici aspetti e variabili, ha inciso anche sulla civiltà, sul modo di vivere, sulla cultura, ossia di ragioni di vita, sui valori, etc.  

Lo sviluppo tecnologico ha unificato l’umanità favorendo la diffusione del progresso. 

Gli attori della globalizzazione

Gli accordi commerciali preferenziali e le organizzazioni internazionali

La globalizzazione è un processo che riguarda numerosi attori sia di piccole che di grandi dimensioni, che operano ponendosi in un rapporto di nuova interazione e vicendevole condizionamento. 

Questo è guidato dal superamento della distanza spazio – tempo. 

Tra i principali attori alla base del processo di globalizzazione si identificano gli stati e le istituzioni pubbliche.  

Il panorama è, quindi, eterogeneo e complesso, vede la copresenza di organizzazioni internazionali e di privati che si propongono di perseguire finalità non esclusivamente economiche. 

La complessità emerge anche a livello normativo e operativo, richiede la presenza di soggetti che gestiscono le relazioni economiche internazionali.

Anche la cooperazione trasversale, tra tutti i livelli, incide sugli obiettivi e i modi di operare dei singoli.

Le relazioni internazionali hanno forti connotati politici che si intrecciano con quelli economici: l’economia necessita la politica e viceversa.

Gli attori che partecipano alla globalizzazione sono identificabili nelle seguenti categorie:

  • imprese e i gruppi multinazionali, 
  • stati e le organizzazioni internazionali.

Le imprese e i gruppi multinazionali sono gli attori primari della globalizzazione poiché il fenomeno pone le aziende stesse in una condizione di primaria competizione diretta in quanto direttamente coinvolte nel processo di apertura dei mercati. 

La globalizzazione si sviluppa anche nelle decisioni delle imprese e dei gruppi, che si propongono di produrre e di vendere in tutto il mondo. 

Oggi le imprese globali sono le realtà economiche che realizzano volumi di vendite molto grandi e i cui prodotti sono concepiti e realizzati in vista di una clientela universale. 

Questa scelta sottende anche la sfida che molte volte le imprese devono essere in grado di tener conto delle peculiarità culturali locali trovando un giusto mix tra globalizzazione e localizzazione. Coinvolte nella globalizzazione sono anche le società che si insediano in paesi con caratteristiche vantaggiose e che utilizzano le capacità intellettuali locali, installando all’estero laboratori di ricerca e sviluppo o partecipando a programmi di ricerca.

Oggi la globalizzazione prevede e richiede di creare una fitta rete di partners e di subfornitori con stabilimenti in loco per una gestione su scala mondiale capace di conciliare le esigenze di qualità, flessibilità e accettabilità politica.  

L’impresa globale si connota [e opera] come un insieme di imprese più piccole nonché una rete di imprese in cui il centro fornisce la visione strategica e coordina.  

La logica di sviluppare una struttura con un’integrazione internazionale permanente è dovuta alla presenza | attuazione di scambi intra-aziendali di beni intermedi. In tale ambito la forza è la capacità di organizzare operazioni complesse, in contesti differenti.

Quando i mercati si globalizzano, una quota crescente di attività commerciali vanno oltre i confini nazionali, assumono un ruolo fondamentale le istituzioni internazionali che aiutino a gestire, a disciplinare e a vigilare sul mercato globale promuovendo trattati multinazionali risulta fondamentale.

Nonostante la globalizzazione abbia anche determinato la perdita d’importanza delle frontiere, gli Stati hanno avuto [e tuttora hanno] un peso fondamentale nella gestione della globalizzazione. 

Gli stati rappresentano un attore cruciale nel processo di globalizzazione poiché che fungono da “contenitore” dell’insieme dei soggetti che operano attivamente come produttori e consumatori a livello economico.

Il mondo è l’insieme degli Stati, delle organizzazioni, delle società umane con le loro aree culturali, le religioni e ideologie, le attività e mercati, etc.

Questo è stato possibile grazie all’affermazione dalla volontà, di operare secondo una prospettiva di liberalizzazione e deregolamentazione volta a superare la depressione e il protezionismo post Seconda guerra mondiale. 

L’apertura dei mercati è stata ufficialmente confermata nell’Accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio (GATT, General Agreement on Tariffs and Trade) stipulato all’Avana nel 1948, volto a ottenere una liberalizzazione generale degli scambi mediante sessioni di negoziati multilaterali fondati sul criterio della reciprocità. 

Nonostante la costituzione del GATT negli anni Settanta, hanno anche cominciato manifestarsi delle tendenze neo-protezionistiche non attinenti alla normativa. 

Per superare tale dinamica nel 1993, contestualmente l’ottava sessione del GATT, sono stati raggiunti i seguenti obiettivi: 

  • colmare le lacune delle sessioni precedenti includendo nell’Accordo alcuni settori tradizionalmente esclusi (prodotti agricoli, prodotti tessili), 
  • stabilire nuovi diritti e obblighi in campi non ancora sottoposti alla disciplina del GATT (servizi, investimenti all’estero, proprietà intellettuale),
  • sanzionare l’ingresso nel sistema dei paesi di nuova industrializzazione. 

Per affermare suddetto approccio e dinamica operativa è stata costituita l’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO, World Trade Organization) che attualmente si occupa di risolvere le controversie mediante un meccanismo quasi giurisdizionale, automatico e coattivo.

Oggi le istituzioni internazionali includono l’Accordo Generale sui Dazi e sul Commercio (GATT) e il suo successore, l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la sua istituzione gemella, la Banca Mondiale, nonchè l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). 

La presenza congiunta di organismi locali e internazionali porta a connotare una economia mondiale, ma al tempo stesso locale.

Nel contesto globale liberalizzazione e deregolamentazione sono particolarmente intense nell’ambito dei mercati comuni e delle aree di libero scambio, comprendenti più paesi ed è per questo che le organizzazioni internazionali gestiscono anche accordi regionali. La globalizzazione è stata favorita anche dalla creazione di aree regionali organizzate che non rientrano nel quadro del GATT come l’EFTA [European Free Trade Association] e il NAFTA [North America Free Trade Agreement].

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