Minore e contrattazione online

Minore e contrattazione online

Minori e Web.

Partendo dal concetto di mondo virtuale, è opportuno confrontare il concetto di minore collegandolo a quello di mercato e contrattazione online, per passare così da un piano materiale ad uno immateriale.

I minori si interfacciano spesso con il mercato per l’infinita quantità di beni di consumo che si possono reperire, nonché dei servizi e delle possibilità relazionali sul web.

Questo è il risultato dell’evoluzione concettuale che è avvenuta in Europa in relazione al concetto di infanzia nella società contemporanea.

Il dibattito storico-sociale sull’infanzia ha superato la vecchia concezione dei minori come semplici persone incapaci, poiché, come trattato nei precedenti paragrafi, la capacità dei bambini di autodeterminazione è considerata un fattore rilevante in base alla loro autonomia progressiva e maturità.

Attraverso un’analisi interdisciplinare, infatti, i minori non sono più considerati alla stregua della mera protezione degli adulti, ma divengono essi stessi anche autori e attori competenti del comportamento sociale rilevanti in termini contrattuali ed extracontrattuali nelle relazioni.

In materia sono seguite due diverse modalità di regolazione dello status dei minori: il primo, l’approccio paternalistico, si basava sulla presunta mancanza di maturità e naturale vulnerabilità dei minori ed era centrato su una regolamentazione in chiave di protezione che si rendeva diversa a causa dei bambini.

Questo approccio ha trovato la sua espressione nelle prime Dichiarazioni sui diritti dei minori, per esempio le Dichiarazioni dei diritti del fanciullo del 1959, che enfatizzavano i doveri degli adulti nei confronti dei minori, piuttosto che i “diritti” dei minori considerati autonomamente in quanto soggetti a sé stanti.

Il secondo approccio, di carattere innovativo e più recente, considera i bambini quali soggetti agenti con competenze in ambito di comportamento sociale, incentivando la necessità dell’emancipazione dei bambini verso il mondo degli adulti.

In particolare per quanto riguarda l’eguale affermazione e esercizio di diritti fondamentali, libertà, rispetto dell’autonomia e autodeterminazione (portando un esempio di questo approccio “liberista” ricordiamo la Convenzione sul diritto del Bambino del 1989 che riconosce il diritto fondamentale del bambino, che è in grado di formare le proprie opinioni, per esprimere quelle opinioni liberamente in tutte le questioni che riguardano i suoi interessi e che a tali opinioni devono essere ponderate in base all’età e alla maturità.

Questi due diversi modi di considerare l’infanzia riflettono, rispettivamente, due diversi atteggiamenti di considerando i minori dal punto di vista sociale: mentre l’approccio paternalistico mantiene prevalente il profilo di immaturità dei bambini riservandogli una protezione specifica, il liberazionista adotta la una posizione antitetica dando priorità all’abilità dei minori e alla loro capacità di interagire con gli adulti e, pertanto, rivendica per l’infanzia gli stessi diritti che nella società moderna sono riservati ai soggetti maggiorenni.

Questa trasformazione dell’infanzia che mostra la sua evoluzione in ambito giuridico attraverso le plurime Dichiarazioni che si susseguono, trova la sua espressione nella disposizione nel punto II-84 della Costituzione europea (sulla base della Convenzione di New York sui diritti del fanciullo del 1989, ratificata da tutti gli Stati membri) che elenca in modo specifico i “Diritti del fanciullo” e quindi incarna una nuova identità di minori.

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