La dignità del lavoratore nell’era digitale.

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La crescente tendenza dell’economia e dei mercati verso lo smartworking, influiscono inevitabilmente anche sulle disposizioni legislative ad esso connesso. Il legislatore si trova a dover disciplinare nuove fattispecie di lavoro, quali il lavoro agile o telelavoro.

In questo contesto, è doveroso anche porre l’attenzione al nuovo equilibrio che si forma tra lavoratore e datore di lavoro, il quale deve avere i connotati essenziali della fiducia, della libertà e dell’autonomia.

In attesa di nuove tutele e discipline giuslavoristiche – implementate ad hoc con le nuove tecnologie – si pone il problema di far conciliare lo smartworking con la privacy del lavoratore e con l’esigenza, doverosa, delle aziende di verificare che effettivamente venga resa la prestazione lavorativa, nonché dei dati inerenti al lavoro ed al know how aziendale.

La nuova era digitale traina con sé un nuovo stile di vita, che se da un lato agevola le comunicazioni e migliora lo stile di vita (basti pensare alle ore perdute nel traffico per i pendolari), da un lato potrebbe portare a seri problemi di demarcazione tra vita lavorativa e privata. È necessario, quindi, garantire un’adeguata prestazione lavorativa, nonostante la sede lavorativa sia quella domestica, ma al contempo, il datore di lavoro non può e non deve esercitare un controllo – monitoraggio costante sul lavoratore. 

Questo articolo non ha solo l’obbiettivo di trattare giuridicamente l’argomento, introducendo il noto art. 4 del Job Act o il Codice Privacy modificato dal D.lgs. n.101/18, ma ha lo scopo di cogliere gli aspetti socio-giuridici che si celano dietro lo smartworking offrendosi come spunto di riflessione.

Il bilanciamento di opposti interessi tra datore di lavoro e lavoratore, si mostra come una delle sfide del nostro periodo storico, in cui viene meno la nota figura del datore di lavoro capace di controllare fisicamente i propri dipendenti, ma si instaurano nuove dinamiche che devono essere – adeguatamente e specificatamente – disciplinate dal legislatore.

È urgente dare giuste certezze e strumenti legislativi ad entrambe le compagini interessate, poiché entrambe le prospettive meritano un doveroso apprezzamento, nonché sono parte dello stesso procedimento digitale, in cui un datore di lavoro struttura la sua azienda, investendo capitale, per poter far lavorare in modo lecito e conforme il proprio personale dipendente e collaboratore anche da casa. Tale modalità però non deve consentire un’invadenza datoriale, poiché lesiva dei diritti dei lavoratori stessi.

Nessuna della parti coinvolte è più importante giuridicamente ed economicamente dell’altra, ma ciascuna deve vantare paletti giuridici idonei a non vedersi pregiudicati i proprio, naturali, interessi.

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