Deepfakes. Di cosa si tratta.

Cos’è? Perché è tanto pericoloso?

Purtroppo l’evoluzione digitale traina con sé non solo effetti positivi, come celerità, prontezza e interazione, ma permette al lato oscuro dell’informatica e dell’intelligenza artificiale di annidarsi tra i molteplici usi a cui è destinato.

“La Rete” è democratica, infatti, permette a tutti gli Utenti di inserire e rendere pubblici i contenuti che desidera senza ricevere censure e senza dover essere legittimato o autorizzato. Questo spazio informatico è spesso sentito come un luogo diverso dal mondo fisico, poiché privo di padroni e regole, in grado di danneggiare o addirittura di modificare la propria personalità, se non demolire quella altrui. Tutti siamo consapevoli della nuova espressione coniata nel gergo informatico e social, “Leoni da tastiera”, così che personalità – anche represse – spesso trovano spazio di potersi riversale violentemente nel rapporto con l’altro.

Non sempre però tale considerazione è vera, spesso è puro divertimento. È proprio in questo contesto che trova spazio il deepfake, uno dei fenomeni più a rischiosi per il nostro futuro e per la nostra immagine.

Di seguito, la definizione integralmente estratta dal dizionario Treccani al fine di inquadrare chiaramente il fenomeno, poiché oltre alla terminologia inglese adottata per descrivere questa nuova prassi informatica, è necessario essere consapevoli di come essa si applichi in concreto. 

“Deepfake (deep fake) s. m. inv. Filmato che presenta immagini corporee e facciali catturate in Internet, rielaborate e adattate a un contesto diverso da quello originario tramite un sofisticato algoritmo.”

Ai più curiosi del web sicuramente sarà noto questo episodio che vede coinvolta la nostra Hermione in Harry Potter o la stella di Star Wars. 

Questo esempio è riportato dal dizionario come “Fake creati con questa app sono già stati diffusi come veri su altri siti; un deepfake di Emma Watson che si fa una doccia insieme a un’altra ragazza è stato ricaricato su CelebJihad – un sito porno che raccoglie foto e video di celebrità e che posta regolarmente immagini sottratte alle celebrità stesse – così come una scena hard di una pornostar a cui è stata messo il volto di Daisy Ridley de Gli ultimi jedi. (Michele Boroni, Wired.it, 26 gennaio 2018, Attualità)”.

Paradossalmente quando ad essere colpite sono le celebrità, è più semplice che il grande pubblico abbia la percezione che tali immagini siano false; mentre per le persone comuni i “Very normal people”, si creano problemi di carattere esistenziale, psicologico e giuridico di grande rilievo. Si pensi ad un caso di separazione in cui si riesca a provare un tradimento a mezzo di questa tecnologia; in questo caso sarà assolutamente necessario l’ausilio di un perito informatico che evidenzi la manomissione del filmato da parte da parte del sofisticato algoritmo. Questo è solo uno dei risvolti che questo crimine informatico traina con sé.

La definizione Treccani continua adducendo che “Qualche mese fa il popolare sito Mashable ha definito il deep fake (o anche deepfake, senza spazi) “l’ultima crisi morale di internet”, offrendo una definizione tecnologica puntuale del fenomeno: “Un nuovo tipo di video con face-swap (scambi di viso) realistici”. In breve, si legge che si tratta di elaborazioni basate su di un software che cerca un “terreno comune” tra due volti per incollare poi l’uno sull’altro, in modo dinamico. (Eugenio Spagnuolo, Focus.it, 26 luglio 2018,Tecnologia). Dall’espressione inglese deep fake, che incrocia la locuzione s.le deep learning (‘insieme di tecniche che permettono all’Intelligenza artificiale di imparare a riconoscere le forme’) con il s. fake (‘falso, notizia falsa’). 

Concludo inserendo questa domanda di riflessione: sappiamo ancora distinguere ciò che è vero?

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