Analisi del clima aziendale

Analisi del clima aziendale

Il clima organizzativo di un’organizzazione aziendale rappresenta lo stato di salute aziendale, così come percepito da parte delle persone che ne fanno parte. È importante ricordare che il clima influisce sull’andamento delle attività aziendali e sui comportamenti delle persone.

L’analisi del clima aziendale è, quindi, come una sorta di fotografia delle variabili intangibili, quelle cioè che rivelano come viene vissuta e percepita la realtà aziendale all’interno dell’organizzazione stessa.

Andare ad approfondire e a misurare il clima aziendale serve per poter individuare lo scostamento esistente fra le aspettative delle persone e la realtà vissuta, conoscere il benessere organizzativo e il livello di soddisfazione delle risorse umane.

Alla base dell’analisi del clima aziendale ci sono degli obiettivi, ovvero: monitorare il vissuto personale, individuare gli aspetti sui quali intervenire, promuovere azioni di coinvolgimento e di condivisione della cultura organizzativa e degli obiettivi aziendali.

Come si fa l’analisi di un’azienda?

L’analisi azienda può essere una chiave di svolta per il management di un business ed è per questo motivo che richiede una metodologia ben precisa riguardante l’analisi azienda. Esistono delle fasi che si susseguono in ordine cronologico la cui mancanza comporta l’impossibilità di proseguire.

I momenti dell’analisi azienda sono quattro:

  1. Rilevazione delle criticità
  2. L’analisi SWOT azienda
  3. Piano d’azione
  4. Trasferimento know-how

La prima cosa da fare è la rilevazione delle criticità ovvero il processo con cui si individuano gli obiettivi che l’imprenditore e si analizza come  l’impresa  stessa li sta perseguendo in quel momento. Questo avviene attraverso un colloquio con i titolari e gli amministrativi. Tale fase richiede la rilevazione e l’identificazione delle criticità, che possono essere di diverse tipologie: produttive, finanziarie, fiscali, gestionali, relative ai dipendenti. Questo significa che si studia e analizza ogni problematica.

La secondo fare è l’attuazione della SWOT d’azienda che serve per analizzare i punti di forza che concorrono al raggiungimento di quest’obiettivo e invece gli elementi di debolezza che possono ostacolarlo. Da lì si intraprendono delle azioni volte a migliorare le debolezze, sfruttare le opportunità e ridurre le minacce. Di conseguenza, tutto il lavoro verrà pianificato per quest’obiettivo.

Il piano d’azione indica la fase in cui i consulenti in base agli obiettivi definiti, possono delineare una serie di modifiche strutturali, gestionali o di processi decisionali, tutte volte ovviamente al raggiungimento dell’obiettivo, all’eliminazione delle criticità e al miglioramento degli standard. In questo frangente i costi e i ricavi vengono analizzati per trovare trend significativi, e viene stilato un report che include tutte le azioni intraprese per migliorare l’andamento degli affari.

Quando l’analisi azienda è stata fatta, la strategia decisa, le azioni intraprese è necessario procedere con il trasferimento know-how. Si connota come il questo passaggio di conoscenze necessario per l’imprenditore per proseguire con una metodologia controllata, evitando completamente alcuni errori o correggendosi in tempo reale senza subire gravi effetti collaterali.

Come valutare l’andamento di un’azienda? 

Per avere un primo quadro sullo stato di salute della propria azienda basta analizzare 5 indicatori fondamentali volti a misurare il grado di: Crescita, Redditività, Efficienza, SoliditàSolvibilità.

Il trend di crescita del fatturato è il primo indicatore di performance che si deve analizzare per capire l’andamento della propria azienda. Maggiore è l’orizzonte temporale più i dati saranno significativi per sviluppare un’analisi oggettiva, in quanto non distorti da accadimenti occasionali. 

Altro indicatore fondamentale è quello della redditività, misurato con l’EBITDA margin che indica la redditività lorda delle vendite, cioè la percentuale di fatturato che residua dopo che sono stati sottratti dai ricavi i costi monetari della gestione corrente: consumi, il costo del lavoro e i servizi. 

Da non sottovalutare è anche l’efficienza che consiste nella capacità di trasformare tali marginalità in liquidità. Le marginalità devono essere trasformate in liquidità, e ciò deve essere fatto attraverso l’ottimizzazione della gestione del capitale circolante (CCN). Un’azienda è riconosciuta come efficienze quando ha il ciclo del circolante ridotto.

Di fondamentale importanza è la solidità che si sostanzia nella condizione in cui il fabbisogno finanziario dell’azienda generato dall’attività corrente e dagli investimenti viene coperto da fonti di finanziamento interne ed esterne la cui composizione incide sullo stato di salute dell’azienda, soprattutto nei periodi di instabilità.

Ultimo elemento fondamentale per monitorare lo stato di salute dell’azienda è il grado di solvibilità, cioè la sua capacità di coprire i debiti finanziari attraverso i flussi di cassa generati dalla propria attività operativa.

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